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STORIE - Il mio primo approccio al canto lirico

di Graziano D'Urso

 

 

Il 3 marzo 2013, a 22 anni, è stato per me un giorno di svolta: insieme all’associazione Centro Studi Acitrezza ho contribuito alla fondazione e organizzazione di un’orchestra chiamata “Galatea – L’Orchestra del CSA”. All’epoca ero studente di Giurisprudenza all’Università di Catania, e aspiravo a dedicarmi alla politica. L’idea di studiare musica in modo accademico mi sembrava lontanissima. Per necessità più che per scelta, ho assunto la direzione dell’ensemble.

L’orchestra era composta da persone che suonavano per passione: amici, allievi dei miei corsi di chitarra, semplici volontari dei paesi vicini. Non avevo alcuna esperienza formale in direzione d’orchestra, composizione o teoria musicale: mi basavo sull’imitazione e sulla buona volontà, con il prezioso supporto logistico dell'amico Giovanni H. Grasso. Col tempo si sono uniti musicisti di valore come il professor Vincenzo Adorna, primo violino, che ha portato arrangiamenti e composizioni originali all’ensemble. Un incontro particolarmente determinante è stato quello con Claudio Quartarone, violinista, mandolinista e compositore, che mi ha successivamente offerto una collaborazione professionale.

Nel maggio 2014, trovandomi in difficoltà economiche dopo l’acquisto della mia prima auto e sostenendomi solo con le lezioni di chitarra, ho accettato l’invito di Claudio a formare il duo “Claudio & Graziano”. Abbiamo iniziato il nostro lavoro il 24 maggio e abbiamo continuato fino al giugno 2017, esibendoci in serenate, cerimonie e intrattenimenti. È stato durante quelle serate che Claudio mi ha ascoltato cantare; mi ha colto una predisposizione naturale verso il canto lirico, in particolare come baritono. Non sapevo nemmeno cosa significasse, ma Claudio ha creduto in me e mi ha messo in contatto con il tenore e professore Filippo Piccolo presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini” di Catania.

Il 14 luglio 2014 ho incontrato il maestro Piccolo per una valutazione iniziale, mantenendo tutto segreto perché temevo potesse dispiacere ai miei genitori, soprattutto dopo che la mia carriera politica aveva subito una battuta d’arresto con le elezioni comunali. Soltanto la mia compagna Emanuela e pochissimi amici erano al corrente del mio percorso. Nonostante le difficoltà, e pur studiando e vocalizzando spesso in casa con la presenza dei miei, ho continuato con determinazione e discrezione.

Questa esperienza mi insegna quanto sia importante restare aperti a nuove possibilità, anche quando si crede che il proprio percorso sia già delineato. A volte un’opportunità nata per caso, motivata da necessità o da una semplice intuizione altrui, può condurre alla scoperta di una vera vocazione. L’apporto di qualcuno capace di ascoltare, come Claudio, può trasformare un talento nascosto in una svolta decisiva. Questo è un insegnamento di grande valore per chi si avvicina allo studio e alla pratica di una nuova attività (come al canto lirico, in questo caso): al di là della tecnica e dello studio, è fondamentale saper cogliere la propria voce interiore, dare fiducia a chi già opera nel mondo musicale e aprirsi con umiltà e curiosità a nuovi orizzonti.

Questo articolo è tratto da "Memorie di un cantante. Approccio all'opera lirica". Se vuoi conoscere altri aneddoti e trarre altri insegnamenti da questo percorso musicale e professionale scopri il libro sui principali store online e sul sito dell'editore Lulu Inc.


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