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BLOG - Il baritono in Verdi: da figura accessoria a protagonista dell’opera

di Graziano D'Urso

 

 

Nel vasto universo dell’opera italiana, nessun compositore ha saputo valorizzare la voce del baritono con l’intensità, la coerenza e la profondità di Giuseppe Verdi. Eppure, questa valorizzazione non è stata né immediata né uniforme nel tempo: al contrario, ha seguito un'evoluzione graduale, specchio fedele della maturazione artistica del compositore stesso. Nel corso dei decenni, Verdi ha progressivamente affinato la sua visione del baritono, trasformandolo da personaggio secondario o genericamente nobile in figura centrale, drammatica, potente e spesso decisiva.

All’inizio della sua carriera – in quella che viene tradizionalmente chiamata la “prima maniera” – Verdi si avvale di baritoni lirici o nobili (lato sensu), più vicini al tratto convenzionale dell’epoca che a un’idea personale e innovativa di scrittura vocale. Si pensi a ruoli come Giacomo in Giovanna d’Arco o Francesco in I Masnadieri, che, pur presenti, non incarnano ancora quell’identità forte e definita che caratterizzerà il baritono verdiano per eccellenza. In questo primo periodo, su dodici ruoli principali scritti per baritono, soltanto quattro appartengono a quella categoria che potremmo definire stricto sensu, ovvero quelli che possiedono pienamente la robustezza, la tessitura e la drammaticità tipiche della “voce verdiana”.

Con il cosiddetto “secondo Verdi”, quello internazionalmente affermato e più consapevole del suo linguaggio teatrale e musicale, il cambiamento si fa evidente: sei baritoni su nove sono ormai stricto sensu, e la scrittura verdiana si fa via via più esigente, scolpita, incisiva. La figura del baritono non è più solo voce nobile o decorosa, ma diventa il veicolo principale della tensione drammatica. Pensiamo a personaggi come Renato in Un ballo in maschera, o Simon Boccanegra, nei quali confluiscono tutte le sfaccettature emotive e teatrali del personaggio: l’umanità, la forza, la fragilità.

Infine, nell’ultima fase della produzione verdiana, la parabola raggiunge il suo culmine: tre ruoli su quattro sono stricto sensu e incarnano quella potenza espressiva che Julian Budden definì come il «maggior veicolo di potenza dell’opera italiana». È in questo momento che il baritono verdiano assume la sua forma definitiva: non più semplice comprimario né solo voce di autorità o paterna benevolenza, ma personaggio carico di tensioni, sfide interiori e contrasti psicologici. Rigoletto, il Conte di Luna, Iago, Amonasro: ciascuno rappresenta, con tratti differenti ma coerenti, un volto dell’archetipo baritonale verdiano.

Interessante notare come anche quei ruoli che non rientrano pienamente nella definizione stricto sensu – i cosiddetti della zona grigia – occupino comunque uno spazio narrativo e vocale di rilievo, quasi a testimoniare il percorso di transizione di Verdi verso una nuova concezione della voce. E proprio il numero sempre decrescente di baritoni lato sensu lungo la sua carriera – da sei su dodici nel primo periodo, a uno su nove nel secondo, fino a nessuno nell’ultima fase – conferma la traiettoria precisa del compositore, che si muove costantemente verso l’affermazione di un ideale di baritono potente, duttile, espressivo, profondamente radicato nella drammaturgia musicale.

Questa evoluzione non è solo un fatto tecnico o vocale: è, a ben vedere, una delle chiavi per comprendere il pensiero teatrale di Verdi, la sua visione dell’essere umano e delle sue contraddizioni, la sua fedeltà al teatro come specchio dell’anima. Capire come e perché Verdi scrive per un certo tipo di baritono, in un determinato momento della sua carriera, significa entrare nel cuore pulsante del suo universo poetico.

Questo articolo è tratto da uno dei capitoli de IL BARITONO VERDIANO - Graziano D'Urso, un libro che unisce rigore scientifico, esperienza didattica e passione per l’opera. Se vuoi scoprire a fondo l’identità vocale del baritono nella scrittura verdiana e nel panorama lirico, acquista il libro sul sito dell'editore Lulu Inc. o sui principali e-commerce. È una lettura essenziale per cantanti, insegnanti, studiosi e appassionati della voce operistica.

Se ti fossi perso l'articolo precedente clicca su BLOG - Il baritono secondo Giuseppe Verdi: viaggio attraverso le tre età del canto drammatico


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